Francesco Cogoni, Intervista a Manfredi Beninati, Cagliari Art Magazine, 6 novembre 2016
FRANCESCO COGONI: Quando e come nasce il tuo percorso artistico?
MANFREDI BENINATI: Da bambino guardando le immagini dei libri di arte, da adulto quasi trentenne (dicembre 1999) per una scommessa con mio fratello Flavio un mesetto più tardi dovetti mettermi a fare l’artista.
FRANCESCO COGONI: Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?
MANFREDI BENINATI: Le persone della mia vita; quelle con cui sono cresciuto, quelle che ho amato, quelle che amo tutt’oggi. E poi amici che facevano arte quando io ancora facevo altro e li commiseravo per la vita che conducevano con meno soldi di me e alt tempo stesso ammiravo per la disinvoltura con cui canalizzavano le proprie ossessioni nel lavoro.
Un paio di questi, in realtà non se la passavano per nulla male. Sarà un caso ma erano quelli il cui lavoro non riuscivo a farmi piacere. Se vuoi nomi eccoti i primi che mi vengono in mente: Steve McCoubrey, David (di cui, ahimè, non ricordo il cognome), Lorcan O’Neill, Gilbert & George, Tim & Sue, Suzy G., Maximo e per finire quelle che ho incontrato per caso e che sarebbero diventate il mio primo gallerista, il mio primo collezionista, il mio primo ammiratore, il mio primo finanziatore di progetti più ambiziosi.
FRANCESCO COGONI: Cosa cerchi attraverso l’arte?
MANFREDI BENINATI: Me stesso. Come tutti, immagino. L’arte, però ti da più strumenti, e di migliore qualità, rispetto al terziario o ad un altro mestiere o professione qualsiasi.
E poi ti dà anche un’alibi inattaccabile: scavare oltre l’ovvio, guardare dietro ciò che è già codificato, nell’immaginario comune è un lavoro da eroi. In realtà ciò che si cerca è pace e l’odore dell’eternità. Non la propria, però, ma quella dell’esistenza.
FRANCESCO COGONI: C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?
MANFREDI BENINATI: La teoria delle stringhe. Ma sarebbe troppo lungo.
FRANCESCO COGONI: Qual’è il tuo rapporto con il mercato?
MANFREDI BENINATI: Di subalterno.
FRANCESCO COGONI: Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?
MANFREDI BENINATI: Fare l’artista e sperare.