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La copertina bianca di Vogue Italia interpretata da 49 artisti

Un anno fa Vogue Italia mandava in edicola una copertina completamente bianca, messaggio di rispetto e assieme auspicio di rinascita. Una curatrice ha chiesto a 49 artisti italiani di dipingere su quella pagina come fosse una tela vergine. Vi presentiamo il progetto, a cura di Valentina Ciarallo, che ci spiega come è nata l’idea.

Quarantanove non è cinquanta. Sfiora la cifra tonda, ma si sottrae volontariamente alla conquista. Sta in questo numero, che ha tutto il fascino romantico e imperfetto del “non finito”, la potenza di un’operazione spontanea e densa di significato, voluta dalla curatrice romana Valentina Ciarallo per dar conto della resilienza creativa durante il primo lockdown. Il punto di partenza è stato il nostro White Issue – un’edizione speciale di Vogue Italia uscita nell’Aprile 2020 con una copertina completamente bianca, per la prima volta nella sua storia, come testimonianza simbolica durante la pandemia. Su di essa hanno lavorato 49 artisti italiani, separati da un arco anagrafico complessivo di 29 anni.

Nomi affermati come Mario Airò (nato nel 1961), Stefano Arienti (1961), Manfredi Beninati (1970), Flavio Favelli (1967) – ma anche artisti giovani come Giulia Andreani (1985), Guglielmo Castelli (1987) e Bea Bonafini (1990) – che da aprile a settembre 2020 hanno reinterpretato la nostra cover, cimentandosi in un’impresa corale e spontanea, nata “dal basso”, che raccontiamo oggi su queste pagine, in attesa di una mostra a venire. «Volevo dare una speranza nel dolore», spiega Ciarallo. «Perché la luce si nasconde sempre dietro le nuvole di una tempesta: basta saperla immaginare». Il progetto, dedicato al figlio diciassettenne appassionato di moda, è nato per caso.

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